L’articolo parla dei festeggiamenti di Sant’Antonino in un’epoca senza Covid. Sperando di tornare presto alla normalità godetevi il racconto e gli aneddoti sulla festa del patrono di Sorrento.
Se nel resto del mondo è conosciuta come “San Valentino” o più semplicemente “festa degli innamorati”, la giornata del 14 febbraio rappresenta tutt’altra cosa a Sorrento.
E’ infatti la solennità di Sant’Antonino, patrono della città nonché compatrono, insieme a S. Catello vescovo, dell’Arcidiocesi di Sorrento e Castellammare di Stabia.
È certamente un appuntamento imperdibile per i sorrentini e giornata di grandi festeggiamenti.
In questa ricorrenza, infatti, le famiglie sorrentine si riuniscono festeggiando soprattutto i vari componenti che portano il nome Antonino (che, ovviamente è assai diffuso in tutto il territorio limitrofo).
Festa Sant'Antonino: L'evento
La Basilica di Sant’Antonino, intitolata al Santo patrono appunto, vede la prima messa festiva alle 5,00 nella sottostante Cripta (dove sono custodite le spoglie di Sant’Antonino), assistita da un vastissimo numero di fedeli.
Dalle 9.00, l’antico simulacro d’argento del Santo (realizzato nel 1564 dell’orafo Scipio di Costantio) viene portato in processione lungo le strade del centro storico, accompagnato dalle autorità ecclesiastiche e da una rappresentanza dalle varie confraternite cittadine, per rientrare dopo qualche ora, in Basilica, con una solenne Messa.
Nell’arco della giornata migliaia di persone affollano Sorrento, in un lungo via vai tra la Basilica (per fare visita al Santo nella cripta) e il Corso Italia, dove ci sono le varie bancarelle che, insieme alle luminarie, animano i festeggiamenti esterni.
Il 14 febbraio è il giorno in cui, tradizionalmente, buona parte degli esercizi commerciali, ricreativi e turistici di Sorrento, che fino ad allora sono stati chiusi per meritate ferie, riprendono le proprie attività
Si da così il via ad una nuova stagione lavorativa; è un modo per ricominciare sotto lo sguardo beneagurante del proprio Patrono.
Le celebrazioni religiose in onore di Sant’Antonino terminano la sera, sempre in Basilica, con il canto dei Vespri e il tradizionale panegirico del Santo.
Oltre al 14 febbraio, la statua del Patrono di Sorrento viene onorato anche la prima domenica di maggio. In questa occasione si festeggia Sant’Antonino dei Giardinieri.
A differenza dei festeggiamenti di febbraio dove il Santo viene festeggiato soprattutto dai marinai, in questa occasione sono i contadini che lo portano in spalla, spesso partendo da una delle parrocchie collinari di Sorrento.
Festa Sant'Antonino: Curiosità
Questo rito conserva degli aspetti molto interessanti: in primo luogo, questo si svolge al mattino per tenere fede all’antichissimo principio secondo il quale le processioni non andavano fatte di sera a causa della scarsità di luce.
Altro aspetto è legato alla presenza del Vescovo nel corteo religioso: l’autorità ecclesiastica infatti non parte dalla Basilica, ma dalla Cattedrale e lì aspetta che la processione arrivi per scortarlo in Basilica dove si terrà la solenne Messa conclusiva.
È questa una caratteristica liturgica molto antica, che rende “particolare” la processione patronale.
Un’altra curiosità legata a questa solennità riguarda il simulacro del Santo: quello che oggi si porta in processione è la seconda statua di Sant’Antonino, realizzata immediatamente dopo la terribile incursione del 13 giugno 1558 ad opera dei Turchi.
L’originaria e antichissima effige venne trafugata da quest’ultimi. I Sorrentini, rimasero devastati da tale furto, ma decisi nel realizzarne una nuova. Tuttavia, non avevano il denaro necessario per commissionarne un’altra.
Ecco che avvenne il miracolo: si presentò un signore al cospetto dell’orafo napoletano con la somma necessaria per pagare la nuova statua. In seguito il vecchio signore venne identificato come Sant’Antonino. E questo è solo uno dei tanti miti, racconti e miracoli legati alla vita del Santo.
Il più famoso è sicuramente quello del prodigioso salvataggio di un ragazzino da una balena. Si racconta che un giorno un fanciullo che giocava sulla spiaggia di Sorrento venne inghiottito vivo, appunto, da una balena.
La mamma disperata chiese aiuto a Sant’Antonino il quale si recò sulla spiaggia ed intimò ai pescatori presenti di cercare il cetaceo e di condurlo in sua presenza. Quando ciò avvenne, la balena fu letteralmente sventrata e il ragazzo uscì sano e salvo.