Nel centro storico di Vico Equense sorge la chiesa monumentale dei Santi Ciro e Giovanni. Qui viene venerato il Santo patrono della città – Ciro d’Alessandria – insieme al compatrono, San Giovanni. 

La chiesa cattolica commemora questi due santi il 31 gennaio, giorno del loro martirio avvenuto nel 303 d.C., sotto l’impero di Diocleziano.

Il campanile San Ciro e San Giovanni - Vico Equense
Le cupole della campanile e della Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni

Le Origini della Chiesa di Vico Equense

La prima testimonianza accertata di un edificio di culto dedicato ai due santi nel territorio equense risale al 1486, anno in cui – “in detta chiesa” – viene registrata un atto notarile col beneplacito del Vescovo dell’antica diocesi di Vico Equense, Salvatore Mosca.

E’ certo che la costruzione della chiesa, edificata su un terreno dove sorgeva un’antica villa romana, della quale si conservano alcune rovine, è antecedente all’ ex cattedrale di Vico, la chiesa della SS. Annunziata (1330).

Ad avvalorare questa tesi, è la scelta dei Santi Ciro e Giovanni come protettori del piccolo centro abitato di Vico Equense.

Non è chiaro quando e in che modo fu introdotto il culto dei due santi nel territorio, sebbene si avanzano le ipotesi di possibili contatti con Napoli e la Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni (situata nella zona portuale partenopea).

Un’altra ipotesi è quella di un collegamento con un’antichissima chiesa di Minori precedente all’anno Mille, in costiera amalfitana, dedicata a San Ciro. 

D’altro canto, è fatto noto che – nei tempi antichi – l’unica via terrestre per raggiungere Amalfi e Salerno passava per i monti e il valico di Santa Maria del Castello.

Chiesa San Ciro e San Giovanni - Vico Equense
La facciata della Chiesa di San Ciro e San Giovanni

Il Culto dei due Santi

In qualsiasi caso, il culto verso i due santi trovò la piena maturazione solo nel 1686, anno in cui l’allora Vescovo di Vico, Mons. Repucci, riuscì ad ottenere dai Padri Gesuiti di Napoli alcune reliquie dei due santi.

Nello stesso anno vennero introdotti, alla già presente tradizione dei festeggiamenti il 31 gennaio, i festeggiamenti per la traslazione delle reliquie a Vico.

Inizialmente stabilita nel mese di maggio, oggi la festa si svolge a fine agosto. Per l’occasione, il busto settecentesco in argento di San Ciro, insieme al busto (di recente fattura) di San Giovanni vengono portati in processione per il centro cittadino, raccogliendo un foltissimo numero di fedeli e avventori.

La traslazione delle reliquie, nel 1686, determinò il rifacimento e ampliamento della primitiva chiesa.

La primordiale chiesa, infatti, consisteva in un semplice edificio di piccole dimensioni con la facciata prospettante su Via Colonnella, circondata dai restanti lati dal fondo chiamato «La Ebdomada».

Il nome deriva da quello dei proprietari, gli “Ebdomadari”,  un collegio di ecclesiastici che compivano un ufficio della durata di una settimana, a turno con gli altri canonici.

i Santi Ciro e Giovanni - Vico Equense About Sorrento
Le statue di San Ciro e San Giovanni

Le varie trasformazioni della Chiesa

Il nuovo edificio, in stile barocco, fu eretto accanto al vecchio e perpendicolare ad esso, con la facciata rivolta verso il mare, arricchito però dal campanile e dalla cupola maiolicata.

Il suo interno si presentava ad una sola navata su cui si aprivano otto vani laterali per altrettante cappelle, due delle quali di maggiore grandezza in prossimità dell’ altare maggiore, quasi ad abbozzare una crociera.

L’ epigrafe sul portale principale riporta la dedicazione del tempio ai Santi Ciro e Giovanni alla fine dei lavori nel 1715, ma la dedicazione solenne avvenne solo nel 1774.

Questa nuova chiesa, oltre all’altare maggiore dedicato ai due Santi, conteneva altri sette altarini nelle rispettive cappelle laterali, dedicati al Crocifisso, all’ Addolorata, a S. Anna, alla Madonna del Rosario, a S. Vincenzo Ferrer, alle Anime del Purgatorio ed a S. Domenico.

Nel 1925, ad opera del parroco don Antonino Miccio, fu prolungata di cinque metri la parete di fondo dell’abside;

L’ ultima trasformazione della chiesa risale al 1967 quando l’edificio assunse la forma definitiva di una croce latina per il prolungamento dei due bracci del transetto ed ebbe anche un nuovo ingresso laterale in fondo al braccio sinistro, rivolto verso la Piazza della Fontana.

Durante questi ultimi lavori per adeguare la chiesa alle norme del Concilio Vaticano II e per un malinteso senso di rinnovamento, furono manomessi i pregevoli marmi dell’ altare maggiore e degli altari laterali i cui resti oggi si presentano malamente ricomposti nel presbiterio.

 

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