Ad accogliere il visitatore e a far sentire bentornato a casa il locale con il panorama della costiera, è il comune di Meta; tra i primi che si incontra per andare a Sorrento, dopo Vico Equense.
Il nome “Meta” è di origine antichissima: il termine latino significa “confine, estremità”, ma anche “punto di svolta, punto dove si gira”.
Oggi, al posto di una pietra miliare di epoca romana, svetta l’alto campanile della Basilica di Santa Maria del Lauro che, a sua volta, è stata edificata sul punto dove, si ipotizza, ci fosse un piccolo tempio, dedicata alla dea Minerva che, non a caso, trovava il suo “corrispondente” nel tempio di Minerva del promontorio di Punta Campanella, terminazione estrema della penisola. Curioso, vero?
La tradizione racconta che la Basilica di S. Maria del Lauro fosse stata costruita a seguito del prodigioso rinvenimento di un simulacro della Vergine avvenuto nell’VIII sec., da parte di una pastora sordomuta che portava al pascolo la sua mucca.
La statua, posta ai piedi di un albero di alloro, era contornata da una gallina con dodici pulcini tutti d’oro.
L’allora vescovo di Sorrento, venuto subito al corrente di questo episodio prodigioso e della pastora che aveva acquisito il dono della parola e dell’udito, decise che la statua venisse portata in processione a Sorrento, nella cattedrale.
Nei primi anni del 1200 la cappella fu intitolata a Santa Maria del Lauro. Nella seconda metà del Cinquecento l’antica cappella venne demolita per far posto ad una chiesa molto più grande e l’aspetto che oggi conserva risale al Neoclassico. Ma si racconta che la statua lignea della Vergine, conservata nella basilica, sia proprio quella ritrovata in quel prodigioso giorno di settembre dell’VIII sec.
In epoca Borbonica, Meta conosce finalmente una propria forte identità grazie all’indipendenza ottenuta da Sorrento, e si distingue fra tutti i “casali” per la propria tradizione marinara.
Meta, infatti, ha visto i natali dei più grandi armatori del passato e non è un caso se qui, oggi, c’è il museo navale “Mario Maresca” a memoria di questo passato davvero illustre.
Oggi i cantieri Alimuri non esistono più, ma al loro posto però troviamo una bella ed estesa spiaggia, assai conosciuta e frequentata in estate dagli abitanti del posto e del napoletano. Ritenuta fra le più belle e pratiche zone balneari della penisola, è certamente una tappa da considerare durante il proprio soggiorno.
Ciò che distingue Meta dalle altre cittadine limitrofe è certamente il senso di tranquillità che si avverte, soprattutto incamminandosi lungo il dedalo di vicoli che caratterizzano l’antichissimo centro storico. È affascinante camminare tra le strette stradine, partendo da via del Lauro (antica strada in discesa antistante la chiesa che porta al cuore del centro storico, piazza Casale), ammirando gli antichi portali in piperno dei palazzi nobiliari perfino di epoca barocca, come villa Elisa, Palazzo Fienga, Villa Liguori o Palazzo Maresca.
Un’altra tappa da fare è sicuramente Palazzo Cosenza, meglio conosciuto come Villa Giuseppina, interamente progettata dall’architetto Luigi Vanvitelli ed edificata nel 1739.
Location scelta dal regista Dino Risi che elesse il palazzo a set cinematografico del film “Pane, amore e…” (1955) con Sophia Loren e Vittorio de Sica.
Meta, dunque, è certamente il luogo ideale dove trascorre le proprie vacanze per chi ama la tranquillità e che desidera immergersi in un po’ di storia!
Dove dormire a Meta? Scopri la nostra selezione di strutture ricettive in quella che è sicuramente la posizione strategia della penisola sorrentina. Clicca qui