I colori e i sapori in Penisola Sorrentina
Raccontare i motivi per cui venire ad ottobre a Sorrento, o meglio in Penisola Sorrentina, non basta se prima non vi chiariamo alcuni presupposti.
In questo periodo dell’anno – da fine settembre a inizio novembre – il fermento, il chiacchiericcio tra le strade affollate, il caos in generale dell’estate, lasciano spazio a ritmi molto più calmi e più lenti.
Il clima è mite e le temperature fresche permettono piacevoli passeggiate, escursioni ma anche piacevoli incontri con i sapori e i colori di una stagione turistica che si chiude ufficialmente con il ponte dei morti.
L’autunno in penisola, come in una staffetta riceve il “testimone” dall’estate e subentra con il fascino dei suoi colori, usi e delle sue tradizioni.
E’ ancora piena stagione turistica ma dalle sfaccettature più miti e persuasive per chi vuole evitare il caos del periodo estivo.
I raccolti della terra in Penisola Sorrentina
Se da una parte la frenesia estiva lascia il posto ad una dimensione più calma e riflessiva per visitare il territorio, dall’altra c’è un fermento diverso che inizia in questo periodo dell’anno.
Questo è infatti il momento legato al raccolto dei prodotti che questa terra ci regala, insieme al contributo e la perseveranza dei contadini, attraverso una metodica tramandata da una generazione all’altra.
Ottobre è un mese che dona i colori dei raccolti e i sapori dei prodotti che si preparano per periodo natalizio ma anche di quello invernale.
Sono le cosiddette “conserve” per l’inverno, che oggi sembrano avere un tono piuttosto vintage ma che in realtà (e fortunatamente) sono usi ancora molto radicati sul territorio.
La vendemmia a Sorrento è come una festa
Giallo ambrato e rosso sono i colori predominanti della raccolta dell’uva, su slanciati pergolati di legno, gli stessi che spesso servono a coprire i limoni, dove può maturare bene perché ben esposta ai raggi del sole.
La vendemmia è l’evento a cui ci si prepara in questo periodo dell’anno e che scandisce da generazioni, l’inizio dell’autunno: un salire e scendere di uomini su scale alte, un vocio continuo ed un saliscendi di secchi, colmi d’uva, che il sole cocente dell’estate, ha reso dolcissima.
Un tempo, l’uva raccolta veniva pigiata a piedi nudi, rigorosamente maschili, sul palmento, una vasca dal fondo ruvido, dalla quale fuoriusciva in appositi canali il prezioso liquido dal profumo inebriante e forte.
Oggi, assistiamo al passaggio da un lavoro manuale e antico ad uno quasi completamente automatizzato ma il profumo del mosto rimane, per gli esperti, un indicatore della qualità del vino che poi fermenterà.
I nostri nonni, nei loro racconti, raccoglievano il mosto in tini o botti di legno, precedentemente aromatizzate con del finocchietto, dove poi avveniva la fermentazione naturale.
L’11 novembre secondo il detto popolare, “A San Martino ogni mosto diventa vino”, il prodotto è pronto per essere travasato.
La raccolta delle olive e l'olio DOP di Sorrento
Insieme alla vendemmia, anche la raccolta delle olive rappresenta una tradizione molto forte sul territorio che oltre a produrre un olio extra-vergine DOP di eccellenza, rappresenta un significativo momento di aggregazione.
Il 19 settembre, data in cui si festeggia S. Gennaro, un detto contadino popolare recita: “A San Gennaro aiza a’ scala!”- “A San Gennaro alza la scala” : questo giorno infatti scadenzava l’inizio della raccolta delle olive.
L’estrazione dell’olio avviene rigorosamente soltanto tramite quei processi meccanici e fisici che preservano il più fedelmente possibile le caratteristiche di qualità del frutto.
La coltivazione dell’olivo in Penisola Sorrentina risale a tempi antichissimi.
Lungo il percorso che porta alla Punta Campanella (Massa Lubrense), dove si ergeva il tempio della dea Minerva, i pellegrini acquistavano sul posto l’olio, che si produceva in abbondanza, per farne offerta alla divinità, già ritenuta dai Greci e poi dai Romani inventrice delle olive e dell’olio.
La preparazione dei fichi per il Natale
Verde o viola scuro, i colori dei fichi che si raccolgono per essere mondati e sbucciati prima di essere essiccati al sole.
Una tecnica molto antica che conserva la tradizione di preparare i cuoppi da mangiare a Natale; i fichi essiccati vengono aperti, distesi e farciti con frutta secca e una spolverata di cannella.
Sul territorio sono presenti diverse attività specializzate nella produzione artigianale di prodotti a base di fichi che vale sicuramente la pena di assaggiare.
Le Castagne del Monte Faito
Marrone, come le nostre castagne. Da tradizione non può mancare in questo periodo dell’anno, la raccolta delle castagne sul monte Faito (comune di Vico Equense).
Molte famiglie ma anche appassionati si danno appuntamento tra i boschi per raccogliere il prodotto tipico per eccellenza della nostra montagna: la castagna.
Questa è anche un’occasione per fare passeggiate tra i faggeti colorati e imponenti nonché di respirare aria pulita e stare a contatto con la natura.
Si racconta che i contadini, finito il periodo della vendemmia, della faticosa raccolta delle olive e della preparazione delle conserve varie, erano soliti organizzare un giorno di grande festa in famiglia.
Era una sorta di festa del “ringraziamento” per i prodotti raccolti dalla terra, per godere di un meritato riposo e per festeggiare le dispense piene che rassicuravano l’avvenire dell’inverno alle porte.
Le Noci di Sorrento
Marrone è anche il colore di uno dei prodotti più conosciuto di tutta la Penisola Sorrentina: Le Noci di Sorrento.
Coltivate fin dai tempi antichi sono famose per il sapore unico e per le proprietà organoelettiche caratteristiche.
Le noci di Sorrento vengono raccolte proprio nel periodo tra fine settembre e gli inizi di ottobre con il metodo della bacchiatura manuale, un modo di battere i rami per far cadere il frutto.
In questa fase viene raccolto anche il mallo, dal quale si ricava il nocino, un liquore dal sapore intenso e corposo, altamente digestivo.
Questo prodotto simbolo di questa terra viene consumato fresco, ma soprattutto essiccato sia come frutta secca che come ingrediente sia di primi piatti che di dolci.
I tipici dolcetti della festa dei Morti
Se vi trovate in Penisola Sorrentino tra ottobre ed il ponte dei morti, dovete assolutamente assaggiare i “Muorticiell’, il caratteristico torrone dei Morti.
Un dolce della tradizione napoletana che racchiude storia, leggenda e tradizione culinaria e che vale la pena raccontare in un articolo dedicato.
Insomma, il periodo che accompagna la fine dell’estate con l’inizio dell’autunno è sicuramente un modo diverso per viversi la costiera sorrentina.
Una esperienza all’insegna dei sapori e dei colori della terra, per conoscere le tradizioni e per assaporare alcuni dei prodotti tipici della zona e perché no, per imparare anche a prepararli oltre che a gustarli.
Buon Autunno a tutti in penisola sorrentina!