Attraversate le curve della Statale 145 ed essersi persi con lo sguardo sulla meravigliosa vista a picco sul mare, si passa davanti alla maestosità della Basilica di S.Maria del Lauro, appena fuori dal centro storico.

Un’imponente basilica, in stile neoclassico, ma con il campanile in stile barocco.

È la chiesa principale di Metaa cui i metesi sono particolarmente devoti – e rappresenta un forte tratto identificativo di questo popolo di naviganti.

Basilica S.Maria del Lauro: Caratteristiche

La facciata della Basilica è in stile neoclassico e risale alla prima metà del XIX secolo.

Tutte le decorazioni sono realizzate in stucco. Il portale d’ingresso è in ferro, ma alle sue spalle ne è presente un altro in legno.

L’interno si presenta a croce latina, con navata centrale e volta a botte, separata dalle due laterali, con volta a crociera.

All’interno sono presenti diverse cappelle. La principale, realizzata in marmi, è dedicata alla Madonna del Lauro. Infatti è presente una statua della Vergine in legno.

Nella cappella di patronato della famiglia De Martino è possibile ammirare una statua di San Pietro, della seconda metà del XVI secolo ed una scultura raffigurante il Cristo morto, del XIX secolo.

Oltre alle due appena descritte, sono presenti altre tre cappelle, una di queste dedicata alla Madonna del Rosario.

È possibile, inoltre, ammirare numerose opere d’arte; tra le più significative s’annoverano le statue dell’Angelo Custode e di San Michele, risalenti al 1640.

All’interno della raffinata sacrestia, invece, è possibile ammirare affreschi raffiguranti il Trionfo della Fede, opera di Costantino Desiderio del 1783;

e poi una tela di Luca Giordano, con tema la cacciata dei mercanti dal tempio di Gerusalemme ed armadi in legno intarsiati risalenti al 1765, opera di artigiani nocerini.

Basilica_di_Santa_Maria_del_Lauro
La Basilica di S.Maria del Lauro

Basilica S.Maria del Lauro: La Storia

La storia della Basilica di S.Maria del Lauro si intreccia tra mito e leggenda e risale al periodo bizantino.

Si racconta che la statua della Madonna sia databile tra la fine del VIII e l’inizio del IX secolo, epoca in cui il territorio Sorrentino era per l’appunto sotto l’imperatore di Bisanzio.

In quell’epoca i Metesi avevano un’ottima Marina Mercantile e frequentavano i porti dell’Oriente e della Palestina. Dunque era normale nella zona trovare opere bizantine.

Secondo la tradizione, la Basilica è stata edificata laddove un tempo sorgeva un tempietto pagano dedicato alla dea Minerva.

Un altra tesi, meno nota e accreditata, vorrebbe che il tempio pagano fosse in onore di Apollo, il purificatore, divinità a cui era sacro l’alloro.

La leggenda della pastorella sordomuta

Si racconta che qui, dove prima c’erano solo boschi, c’era un albero di alloro (detto anche lauro);

leggenda narra che una vecchietta sordo-muta, Teresita, mentre pascolava la sua mucca, vide in prossimità della pianta di alloro una lingua di fuoco ardere senza spegnersi.

Incuriosita si avvicinò e trovò ai piedi della pianta, la statua della Madonna.

In epoca bizantina, infatti, in seguito alle lotte iconoclaste (VIII sec. circa) scatenate dall’Imperatore per contrastare l’iconodulia, non era insolito trovare raffigurazioni religiose abbandonate o nascoste per evitarne la distruzione imposta.

Non ci sono fonti certe che attestino la provenienza né, tantomeno, la datazione.

Molti esperti, però, sono concordi nell’affermare che la statua non sia antecedente all’anno Mille ma, piuttosto, del tardo Medioevo e opera di qualche artigiano locale.

Ebbene, a seguito del ritrovamento, la vecchietta miracolosamente riacquisì la vista e l’udito e tutto il paese gridò al miracolo.

Visto il tumulto causato dalla straordinarietà dell’evento, l’allora Vescovo di Sorrento fece trasportare la statua nella sua Cattedrale, ma il mattino successivo, scomparve come per miracolo.

Fu ritrovata nuovamente sotto quell’arbusto d’alloro, a Meta.

Accadendo per altre due volte questo evento, la statua venne definitivamente lasciata a Meta e da allora fu venerata come “Madonna del Lauro”.

Il simulacro fu allora posto nell’antica Cappella del Salvatore, poco distante dal luogo del prodigio.

Fra il IX e il X secolo, però, la popolazione si convinse a costruire un tempio più grande così che potesse accogliere il crescente numero di fedeli che si recavano a venerarla.

Negli anni, le vicissitudini della Basilica di S.Maria del Lauro sono state travagliatissime perché più volte distrutta e saccheggiata, e ogni volta ricostruita e arricchita dagli abitanti.

Addirittura nel 1782 fu necessario riconsacrarla, per i tanti lavori eseguiti!

Nel 1914 fu elevata a Basilica Pontificia ed è stata sede Giubilare diocesana per l’Anno Santo del 2000.

Una visita alla chiesa è d’obbligo per capire meglio un popolo che in essa trova la sua storia e la sua identità.

Una prova sta nel fatto che la cappella patronale dedicata a San Pietro è costellata di ex-voto marinari datati tra il ‘600 e il ‘900, l’epoca d’oro della marineria metese.

Vista panoramica Cupola della Basilica S.Maria del Lauro
Vista panoramica della cupola della Basilica S.Maria del Lauro

Informazioni Utili

×